Fini, il Post e nuove Generazioni. Continua - tra un mi si nota di meno se e un lo scrivo ma faccio finta di no - l’appoggio dei radical-chic de Il Post alla fronda finiana. Oggi, riprendendo come al solito cose scritte da altri, si uniscono al Secolo d’Italia nell’accusa di caccia alle streghe rivolta al Giornale e in generale ai berlusconiani. E concludono con un perentorio “… e i finiani hanno paura”. Wow. Bande di forzaitalioti armati di spranghe si aggirano per le città in cerca di dissidenti. Come, non le avete viste? E’ lo stile della new left all’italiana, nessun contenuto originale e attaccarsi al primo che passa pur di abbattere l’odiato imperatore. Se è un Post-fascista
fa lo stesso, anzi meglio. D’altronde una cosa è che lo sdogani il
ducetto di Arcore, altra cosa è che lo facciano gli intellettuali calcioBalilla della Generazione Sofri. O no? L’altro giorno Francesco Costa appoggiava il liberale Fini senza mezzi termini. Poi dall’Unità qualcuno ha suonato
la retromarcia e lui si è trovato un po’ spiazzato. Ma ovviamente erano
gli altri che non avevano capito. C’è grossa confusione al Post. Ed è solo una settimana di copycat. Figuratevi la prossima.
30 abr 2010
29 abr 2010
Giochiamo a palla contro il muro. Non che debba
necessariamente interessare però volevo dire la mia dal Camp Nou. Ho
letto che l’arbitro avrebbe aiutato l’Inter. Secondo me non è vero,
almeno non ieri. Il secondo gol forse era valido, ma il primo no
(fuorigioco); di rigori clamorosi dalla tribuna non se ne sono visti,
tant’è che il pubblico nemmeno si è lamentato. Motta si è autoespulso e
qui tutti se lo aspettavano, conoscendo il personaggio. E il belga ha
ammonito quando c’era da ammonire. L’Inter s’è difesa come non ho mai
visto fare a nessuna squadra e al Barça mancavano le idee. Guardiola è
un grande ma non sa cosa fare quando l’avversario si chiude a riccio.
Non han rubato niente, stavolta.
Il pre-partita lungo una settimana ha sfiancato un po’ tutti, giocatori per primi. Non m’è piaciuto il tono ultra della stampa catalana, non c’entravano nulla le dichiarazioni di Piqué, è stato di pessimo gusto annaffiare il campo quando gli interisti stavano festeggiando. Detto questo, i catalani sono persone civili e, incassata la sconfitta, se ne sono tornati a casa ché domani (oggi) tocca lavorare. I giornali italiani come al solito hanno confuso i loro desideri con la realtà: hanno scritto che non c’è nulla da imparare dallo stile Barça, viste le parole di fuoco della vigilia. Che è un po’ come dire che il Foglio fa schifo perché uno un giorno scrive un pezzo stupido sulla Catalogna.
Mourinho è l’unico allenatore che gioca insieme agli altri undici. Sprinta, blocca i palloni, ritarda le rimesse, parla agli avversari. Qui lo detestano ma bisogna riconoscerne certa grandezza. Alla fine è andato a festeggiare come un pazzo sotto la curva e Valdés quasi gli stacca il collo. Mi ha fatto tenerezza, lo confesso. Il Barça è la miglior squadra si sempre. Il calcio però è il più bel gioco del mondo anche per partite come queste, dove non passi nemmeno se ci stai dieci anni. Quando ho visto Chivu scaldarsi, a formazioni già fatte, ho capito tutto.
Il pre-partita lungo una settimana ha sfiancato un po’ tutti, giocatori per primi. Non m’è piaciuto il tono ultra della stampa catalana, non c’entravano nulla le dichiarazioni di Piqué, è stato di pessimo gusto annaffiare il campo quando gli interisti stavano festeggiando. Detto questo, i catalani sono persone civili e, incassata la sconfitta, se ne sono tornati a casa ché domani (oggi) tocca lavorare. I giornali italiani come al solito hanno confuso i loro desideri con la realtà: hanno scritto che non c’è nulla da imparare dallo stile Barça, viste le parole di fuoco della vigilia. Che è un po’ come dire che il Foglio fa schifo perché uno un giorno scrive un pezzo stupido sulla Catalogna.
Mourinho è l’unico allenatore che gioca insieme agli altri undici. Sprinta, blocca i palloni, ritarda le rimesse, parla agli avversari. Qui lo detestano ma bisogna riconoscerne certa grandezza. Alla fine è andato a festeggiare come un pazzo sotto la curva e Valdés quasi gli stacca il collo. Mi ha fatto tenerezza, lo confesso. Il Barça è la miglior squadra si sempre. Il calcio però è il più bel gioco del mondo anche per partite come queste, dove non passi nemmeno se ci stai dieci anni. Quando ho visto Chivu scaldarsi, a formazioni già fatte, ho capito tutto.
28 abr 2010
Sofrismi. Quando la complessità fa confusione. L’ho già
detto altre volte ma non me ne faccio una ragione. Io credo che
scrivere complicato sia prima di tutto un inganno nei confronti dei
lettori e poi anche un segnale di scarsa chiarezza mentale. Quando leggo
Luca Sofri in genere devo ripetere tre volte prima di afferrare il
concetto. Per esempio, questo post
potrebbe anche presentare contenuti interessanti e sembra oltretutto
costituire una rara espressione di autocritica da parte del suo autore.
Ma non era possibile spiegare le stesse cose senza costruire
un’autostrada di incisi e subordinate? Può darsi che io sia
particolarmente scemo, sia chiaro. Succede ad altri? Comincio a
preoccuparmi.
P.S. Questo è il massimo grado di complessità di un post che troverete su questo blog. La mia è una missione.
27 abr 2010
Ci vuol coraggio. Stefano Grazioli
è stato a Chernobyl. Lui è uno che pensa che in Ucraina si stia meglio
con Yanukovich e che in Bielorussia i cittadini amino Lukashenko ma,
nonostante questo, è un giornalista di quelli veri:
I palloni da basket sono grandi come mele. Grigie e blu. Non é chiaro se siano così solo per il fatto che sono rimasti nella palestra di Pripyat per ventiquattro anni senza che nessuno li toccasse più o c’entri in qualche modo la radioattività. Maxim Krygin di Chernobylinterinform ci assicura che si tratta solo del tempo. Sarà. Ci fidiamo di lui. Siamo nella città fantasma a due km dal reattore numero quattro in cui si verificò l’incidente nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986. Era l’una, 23 minuti e 44 secondi e nella gigantesca esplosione venne liberata radioattività cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki nel 1945.Continua qui.
26 abr 2010
23 abr 2010
Braccino alzato. Da un editorialino di Farefuturo:
“Finalmente il senso dell’onore. Dell’azione bella perché inutile a se stessi. Finalmente idee e parole come senso dello Stato, legalità, unità nazionale. Finalmente l’Italia. Finalmente la libertà”.Pare che ultimamente ai liberali e ai progre piaccia un sacco questa roba.
Ditino alzato. Oggi Farefuturo
è una cosa pazzesca. Davvero non perdetevelo. C’è tutta la prepotenza e
la supponenza che genera il sentimento di vendetta. C’è la boria dei
perdenti allo stato puro, la rivincita dei deboli, la spocchia dei
dimenticati tornati alla ribalta. C’è la sicurezza dell’impunità dei
voltagabbana, la faccia scura dei convertiti. Incapaci anche solo di
riconoscere da dove vengono, cosa sono e perché sono lì.
16 abr 2010
Nemmeno su Vianello. Questa volta Francesco Costa ha ragione ma va detto che il livello dei dibattiti a sinistra è di una tristezza inarrivabile per noi semplici mortali.
14 abr 2010
I conti non tornano. Ecco, vediamo. Avendo io scritto all’incirca le cose che oggi scrive Peter Baker sul NYT
almeno un anno prima su questo blog, come si spiega che lui guadagni un
sacco di soldi facendo quello che gli piace in un posto da sballo
mentre io sono qui a rubare il tempo per buttare giù due righe e non mi
invitino nemmeno a scrivere sul Sofrington Post insieme a Francesco Costa o su Farefuturo insieme agli ex liberali di Ideazione convertitisi alla retorica nazional-progre finiana? A pensarci bene…
13 abr 2010
12 abr 2010
11 abr 2010
Favoloso il Corriere. Sarà almeno un anno che a Barcellona si annunciano e si dibattono le velleità politiche del presidente del Barça Laporta e la sua più che probabile discesa in campo alle prossime elezioni catalane. Ma a Via Solferino se ne accorgono solo oggi, dopo la vittoria sul Madrid e soprattutto dopo aver letto The Observer. Autrice dello scoop Simona
Marchetti, probabilmente l’incaricata della redazione di leggere i
giornali inglesi e di copiarne i contenuti per l’edizione online del Corriere. L’aveva già fatto poco tempo fa con le nuove autostrade che la Cina vuol costruire in Asia e in Europa, notizia presa dal Times. Brava Simona, grazie di tutto.
Il volo della morte.
What has slowly emerged over the last 14 hours is just how devastating this is for Poland. Not only have they lost their head of state, but they have lost a large number of high ranking government officials. Among the dead, in addition to President Kaczynski and his wife, Maria Kaczynska, were Aleksander Szczyglo, the head of the National Security Office; Jerzy Szmajdzinski, the deputy parliament speaker; Andrzej Kremer, the deputy foreign minister; and Gen. Franciszek Gagor, the army chief of staff. The entire top military brass, including the chief of defense and all the services, died in the crash, effectively decapitating the Polish military. They have lost opposition leaders, and all the candidates for President in September’s upcoming election save one. The head of the National Bank and their leading gay rights activist were on that plane. And perhaps saddest of all, family members of the people massacred in Katyn were on that plane.
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