28 oct 2004

Cina e dintorni. La Cina è al sestultimo posto al mondo per libertà di stampa. Fanno peggio solo Corea del Nord, Cuba, Birmania, Turkmenistan ed Eritrea. Non esattamente una sorpresa.
Jiang Zemin se n’è andato.
Ma non tanto.

It is widely believed that the power hand over from the third to the fourth generation of Chinese leaders finally was completed when "Phantom Regent" Jiang Zemin stepped down last month as commander-in-chief - chairman of the Chinese Communist Party's (CCP's) Central Military Commission. However, Jiang's recent high-profile public appearances and moves suggest that he is reluctant to bow out from the political stage any time soon, and he appears to ignore calls to bring down the curtain on his leadership.

Some analysts argue that Jiang now has an equal footing - alongside Hu - in the decision-making of China's military, retaining his share of control of the armed forces. Another plausible explanation, some assert, is that a secret deal had been struck inside the party: Jiang still has a final say on major issues, a common occurrence in the history of the Communist Party.
Il fatto che non se ne sappia nulla non significa che non avvengano: in Cina si stanno moltiplicando le proteste a livello locale. E a volte basta poco per accendere la miccia.
Speranza di futuro e strumento di repressione: ovvero Internet sotto dittatura.
Per i nordcoreani fuggire in territorio cinese sta diventando sempre più spesso un’esperienza «elettrizzante». La politica di Pechino nei loro confronti è semplicemente indecente.
Se i cinesi guardano al passato per costruirsi un ruolo di potenza regionale, a Hong Kong difficilmente scorderanno quel giorno di sette anni fa in cui diventarono comunisti. Intanto Powell si è lasciato andare a dichiarazioni quantomeno imprudenti sullo status di Taiwan (Pechino ringrazia, Taipei si arrabbia). Qualcuno dice che è il prezzo da pagare perchè la Cina prema su Pyongyang ma per ora sono solo illazioni. Anche in America però c’è chi definisce Chen (il presidente taiwanese) «un provocatore». Sarebbe interessante capire come si possa essere nella condizione di provocare con centinaia di missili puntati addosso. Bush o Kerry che sia, sarà bene che gli Stati Uniti facciano chiarezza sulla loro posizione dopo le elezioni.
La rapida trasformazione delle città cinesi solleva interrogativi sul modello di sviluppo e sulle sue conseguenze: è come fare del modellismo su vasta scala (chi è stato in Cina sa cosa vogliamo dire). L'economia cresce ma sembra che i governi provinciali abbiano una certa tendenza ad esagerare i dati. Comunque dal prossimo anno meno restrizioni per le banche straniere.
Non che la vita dei gay sia facile in Cina ma un embrione di comunità omosessuale esiste e questa è una pagina ad essa dedicata.