31 ago 2008

Bangkok dangerous. Il 2 agosto scorso mi trovavo nei pressi del complesso del Palazzo Reale di Bangkok. C'era molta gente, troppa per una semplice folla di turisti. I colori predominanti erano il giallo e il blu e si sventolavano striscioni e bandiere. A parte qualche figuro poco raccomandabile, più intento ad offrire qualcosa da sniffare che a sfilare, l'atmosfera era in genere piuttosto rilassata. I manifestanti, supporters del partito di opposizione (PAD) al governo di Samak, avevano organizzato per quel giorno l'ennesima protesta nei confronti dell'esecutivo. Ecco, sembra che un mese dopo il clima si sia fatto decisamente più teso.



Update. C'è scappato il morto:
At least one person was killed and 34 hurt, four critically, in clashes on Tuesday between pro- and anti-government demonstrators in Bangkok, a Thai health ministry official said.

About 400 Thai soldiers were ordered to Bangkok on Tuesday to help police struggling to keep order.
Update/2. Dopo gli scontri tra gruppi pro-governo e pro-opposizione il primo ministro (e ministro della difesa) ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale. L'esercito dal canto suo sembra nicchiare sulla prospettiva reale di un uso della forza contro i manifestanti, confermando la sua posizione di sostanziale indipendenza. I militari restano il vero deus ex machina dell'intera situazione, anche se formalmente finora non si sono pronunciati. Qui c'è tutto quello che dovete sapere sulla crisi, comprese le connivenze più o meno esplicite tra PAD e generali e le divisioni all'interno dell'armata. Per seguire gli eventi in diretta andate su Bangkok Pundit o Jotman. La Thailandia si dimostra una paese quasi ingovernabile e il golpe del 2006 non ha fatto altro che accentuare questa tendenza, alla faccia della restaurazione di una democrazia ordinata. Al di là della soluzione politica che dovrà necessariamente essere trovata, il vero problema sono le ricadute che la protratta instabilità avrà su investimenti e turismo.