Sofrismi. Quando la complessità fa confusione. L’ho già
detto altre volte ma non me ne faccio una ragione. Io credo che
scrivere complicato sia prima di tutto un inganno nei confronti dei
lettori e poi anche un segnale di scarsa chiarezza mentale. Quando leggo
Luca Sofri in genere devo ripetere tre volte prima di afferrare il
concetto. Per esempio, questo post
potrebbe anche presentare contenuti interessanti e sembra oltretutto
costituire una rara espressione di autocritica da parte del suo autore.
Ma non era possibile spiegare le stesse cose senza costruire
un’autostrada di incisi e subordinate? Può darsi che io sia
particolarmente scemo, sia chiaro. Succede ad altri? Comincio a
preoccuparmi.
P.S. Questo è il massimo grado di complessità di un post che troverete su questo blog. La mia è una missione.
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