26 sept 2012

La prima come farsa/5. In questa lunga corsa verso il niente che una classe politica inetta e pusillanime si appresta a cominciare in Catalogna, sembra proprio che nessuno abbia voglia di soffermarsi su un punto: nessuno contesta il diritto di alcuni spagnoli a non voler essere più tali, quel che appare leggermente più problematico è che questi spagnoli vogliano trascinarsi dietro tutti gli altri. Se anche per l'autodeterminazione vale il principio di maggioranza, attenzione a dove si tracciano le frontiere della volontà popolare.
La prima come farsa/4. C'è una differenza fondamentale fra il cosiddetto nazionalismo spagnolo e quello catalano o basco. Che il primo non vuole escludere nessuno. Quando si giustifica la deriva separatista come reazione allo spagnolismo ci si rivela per quel che si è: un branco di pecore senza pastore.
La prima come farsa/3. Se fossi un separatista catalano non mi fermerei all'indipendenza da Madrid, andrei oltre. Mi separerei anche dai catalani che non sono d'accordo con me, che vogliono rimanere spagnoli. Creerei uno stato nuovo, gli darei un bel nome, non so Stella del Mediterraneo, e mi ci rinchiuderei a chiave. Tutti gli altri fuori, spagnoli, catalani traditori, liberali, non nazionalisti. Pensa che bello.
La prima come farsa/2. Sia i separatisti che gli indignados hanno sempre in bocca quella parola, libertà. La finzione della quale hanno bisogno per vivere è l'esistenza di un regime che negherebbe le libertà fondamentali, ai catalani o al popolo in generale. L'abuso della parola libertà dovrebbe essere perseguito penalmente. Puoi mentire su tutto, diciamo, ma non su quello.
La prima come farsa. Un multitudinaria manifestazione separatista a Barcellona, un presidente della Generalitat che si risveglia indipendentista, scioglie il parlamento e convoca elezioni-plebiscito con l'idea di vincerle e farsi paladino della divisione, un gruppo di indignados di ritorno che assedia il parlamento di Madrid. Ed è solo mercoledì.

20 sept 2012

Secondo copione/2. Romney, che è un candidato debole, ha dimostrato nel video incriminato di possedere almeno un'idea dell'America: prima di tutto la ricchezza si crea, non si ridistribuisce. Io credo che chiunque metta in dubbio questo concetto, dell'America abbia capito poco.

18 sept 2012

Secondo copione. Romney nel video rubato ha detto anche un sacco di cose giuste. Infatti l'hanno insultato tutti. Per essere stimati bisogna essere ipocriti, politicamente corretti, possibilmente disonesti. Insomma, di sinistra. Comunque la cosa più incredibile è che quelle cose le ha dette dell'America. Dell'America, capite?

14 sept 2012

Fa chic. Poi c'è questa cosa che a sinistra si chiamano tutti per nome, come se si conoscessero: Matteo, Elisa, Laura, Pierluigi. Ma va a ciapà i rat va'.

13 sept 2012

Non all'altezza.
The President said that he rejects efforts to denigrate Islam, but underscored that there is never any justification for violence against innocents and acts that endanger American personnel and facilities.
Continuare a regalare pretesti a chi non ha ragioni.

11 sept 2012

Come lavorano al Post/2. Francesco Costa, giovane promessa del giornalismo italiano (prima di passare da Concita e finire a fare i riassunti da Sofri), ci regala una bella ricostruzione del volo 93 della UA, schiantatosi l'11 settembre di undici anni orsono in un campo della Pennsylvania. Non una storia nuovissima ma è sempre bene ricordare certi avvenimenti. Il punto però è che Costa altro non fa che selezionare, tradurre o parafrasare passi dalla voce in inglese di Wikipedia sull'argomento. Niente di male, se solo avesse l'onestà di citare l'originale. Invece, secondo il costume del Post, fa riferimento alla fonte solo in un inciso alla fine del primo paragrafo, insieme al documento dell'inchiesta ufficiale del Congresso americano. I lettori sono quindi indotti a credere che la giovane promessa abbia compiuto un accurato lavoro di consultazione e di comparazione di testi prima di produrre il prezioso sunto. Purtroppo però basta una lettura comparativa dei due brani (quello di Wikipedia e il suo) per rendersi conto del plagio. Tanto è vero che un lettore se n'è accorto e l'ha fatto notare nei commenti, ricevendo in risposta il silenzio tanto familiare a tutti coloro che osano criticare i metodi di lavoro della premiata ditta. Così lavorano al Post. E tutti zitti.

10 sept 2012

L'imbecillità dei comunisti.

8 sept 2012

Necrosofi/2. Certo che non dev'essere facile essere di sinistra. Tutta la vita cercando di dare un senso alla propria appartenenza.
Necrosofi. Io capisco che sta finendo l'estate quando cominciano i dibattiti sul futuro della sinistra.
Un'altra cosa. Obama non è un socialista ma questa storia che sale Eva Longoria sul palco di Charlotte a dire che lei di tasse ne vuole pagare un sacco, e tutti applaudono perché pagare è buono e giusto e perché noi si crede tutti tanto nello stato, e far sembrare che l'american dream sia dare soldi al governo, ecco - cosa non so - ma l'America è un'altra cosa.

6 sept 2012

Si scherzava. La marchetta pro-Renzi firmata Christian Rocca, uno che una volta le cantava a tutti di santa ragione.

3 sept 2012

Detartrase di coscienza/2. Il problema dei Paralimpici involontariamente illustrato da Oscar Pistorius. Corre, perde e si lamenta che il vincitore aveva le gambe artificiali più lunghe, replicando esattamente le accuse che venivano mosse contro di lui nei giochi tradizionali. Le Olimpiadi per disabili non possono che essere una competizione irregolare, in quanto ortopedicamente adattata a situazioni che per la loro eccezionalità dovrebbero essere trattate diversamente. Ovviamente non rappresentano un problema per nessuno, anzi per molti sono motivo di gioia e realizzazione personale. La mia è solo una considerazione di carattere concettuale: l'uguaglianza delle opportunità non implica il disconoscimento o il rifiuto della differenza, con tutte le conseguenze che ne derivano (anche se i nostri desideri vanno in direzione ostinata e contraria). Non basta essere buoni, bisogna anche sapere perché, se no si rovina tutto.

2 sept 2012

Chi glielo spiega? In uno di quei tweets che sanno di endorsement, Christiane Amanpour si chiede perché si parla tanto del nucleare iraniano e poco o nulla di quello israeliano. Le pagano come Messi queste icone del giornalismo. 326 retweets, 63 favorites.