2 jun 2012

Corso di marxismo in quindici minuti. Witold Gombrowicz aveva probabilmente ragione quando diceva che era un pensatore sottovalutato. Ma il suo Corso di filosofia in sei ore e un quarto è un libretto troppo modesto per corroborare il suo grido di dolore. Non è colpa sua, ma di chi ha preso gli appunti. E' come quando in classe scarabocchi qualche frase convinto di aver afferrato il filo del discorso, e poi quando arrivi a casa non ci capisci più niente. Per fortuna c'è la parte sul marxismo, che è anche quella finale. Era il 1969, piena guerra fredda, il destino del blocco comunista tutt'altro che incerto, l'Europa in fermento pseudo-proletario, e il Muro ben piantato (sarebbe durato altri vent'anni). Gombrowicz diceva questo ai suoi due ascoltatori (traduzione mia):
Il capitalismo non beneficia unicamente il capitalista, perché se questi pretende di divorare il suo denaro, non può comprarsi più di cento cappelli, uno yacht, etc., all'anno. Il resto del suo denaro dove va a finire? Ad altre fabbriche, altre industrie etc., e in questo modo lo sviluppo tecnico dell'umanità si fa ogni volta più grande. Questo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è una necessità fondamentale del progresso umano, che risulta estremamente difficile per l'individuo.

A che punto è arrivato il marxismo nel 1969?
La grande crisi del marxismo deriva semplicemente dal fatto che - la situazione nell'Est lo ha dimostrato - si lavora male e si produce molto poco. Perché? La vita è dura; se non si obbligano gli uomini a lavorare, naturalmente non lavoreranno.

I socialisti, al contrario, sono in bancarotta da tutte le parti per la semplice ragione che nessuno ha interesse né a produrre né a obbligare gli altri a farlo, dato che non c'è nessun interesse in gioco.
A mio giudizio, la questione marxista è stata assolutamente mal posta, perché lo è stata dal punto di vista morale della "giustizia". Però il vero problema non è morale, è economico. La priorità è aumentare la ricchezza; la distribuzione della ricchezza è qualcosa di secondario.
La produzione si abbassa. Tutto rimane allo stesso livello e si addormenta nella burocrazia e nell'anonimato.
Il futuro del marxismo?
Suppongo che fra venti o trent'anni il marxismo sarà sbattuto fuori dalla porta.

(...) se la destra resiste con fermezza e non si lascia imporre questa "cattiva coscienza" che caratterizza giustamente i marxisti, allora bene, la questione si può risolvere con un enorme e galoppante progresso della tecnica che, secondo i miei calcoli approssimativi, può trasformare in forma radicale il mondo nei prossimi venti o trent'anni. Avremo alette per volare.
Vent'anni. Un orologio questo Gombrowicz.

P.S. Vista col senno di poi, la fallacia marxista si è dissolta, la tecnica ci ha dato ali per volare ma la cattiva coscienza è rimasta.

1 comentario:

  1. Viviamo in piena escatologia marxista!
    Il socialismo è la cifra paradigmatica nella quale siamo immersi. Direi che sarebbe decisamente ora di mettere fuori scenza Marx altrimenti non vedo futuro per l'uomo!
    Matteo

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