21 mar 2011

La guerra è una cosa seria. Premesso che la politica del non-intervento è la morte dell'occidente, l’attacco alla Libia suscita tuttavia alcune perplessità. Sbagliati i tempi (prima un’attesa incomprensibile che ha permesso a Gheddafi di recuperare terreno, poi una decisione frettolosa e improvvisata, dettata dalla paura delle conseguenze di una sua più che probabile permanenza al potere); non chiare le motivazioni (difendere i civili va bene, ma l’obiettivo dev’essere il regime change a questo punto: e nessuno l’ha detto chiaramente. Quella di Obama è una boutade, nemmeno lui ormai può credere che protezione dei libici e fine del regime siano cose diverse); assente una strategia di medio periodo (il dopo-Gheddafi non è delineato e dubito che le cancellerie europee abbiano davvero un’idea chiara sul da farsi, anche perché dei ribelli si sa poco o nulla). Insomma un mezzo pasticcio che potrebbe comunque avere un lieto fine. L’interventismo democratico, ripeto, dev’essere la cifra dell’occidente. Ma va attuato con convinzione morale e con previsione strategica. Non mi sembra che nessuna delle due sia riscontrabile per il momento.

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