15 feb 2010

Intervista. "La mia vita per Kim Jong-il"/4.



Quarta ed ultima parte dell'intervista ad Alejandro Cao de Benós. Nelle puntate precedenti abbiamo conosciuto la sua storia di soldato dell'ideologia Juche e la sua visione della realtà politica, sociale ed economica nordcoreana contro ogni "propaganda occidentale". Oggi partiamo dalla questione nucleare, per proseguire con i piani di futuro del governo di Pyongyang e concludere con alcuni aspetti della vita quotidiana dei cittadini nordcoreani. Personalmente è stata una grande opportunità poter intervistare un personaggio che, indipendentemente da ogni considerazione di carattere morale o politico, ha deciso di vivere un'esperienza assolutamente unica, probabilmente irripetibile e certamente degna di essere raccontata.
Per chi non le avesse ancora lette, queste sono le puntate precedenti in italiano (1, 2 e 3) e in inglese (1, 2 e 3). Inoltre vi rimando alle due pagine sul quotidiano L'Opinione (1 e 2).
Nel frattempo sono successe alcune cose: il missionario Robert Park è stato liberato dopo una peculiare confessione ad oggi non ritrattata, la riforma monetaria ha fatto traballare per la prima volta la sicurezza del regime e qualcuno avrebbe addirittura chiesto scusa.

Veniamo alla questione nucleare. Questi sono stati anni di sanzioni, di tentativi di accordo, di passi avanti e marce indietro nei negoziati tra la comunità internazionale – e gli Stati Uniti in particolare – e la Corea del Nord. Qual è la situazione al momento?
La nostra posizione è sempre la stessa, la richiesta di un trattato di pace con gli Stati Uniti che metta fine alla guerra di aggressione scatenata contro di noi. Adesso per la prima volta Washington ascolta le richieste della Corea del Nord, dopo anni di minacce e di atteggiamenti di sfida. Noi tratteremo gli americani come interlocutori di pari livello ma non permetteremo che nessuno imponga la propria autorità su di noi. Solo con un negoziato bilaterale si potranno risolvere i problemi.

L’impressione da qui è che Pyongyang utilizzi la minaccia nucleare per ricattare la comunità internazionale ed ottenere il potere contrattuale e il riconoscimento che altrimenti le verrebbero negati. Qual è il reale obiettivo del nucleare nordcoreano?
Bush fece chiaramente intendere che gli Stati Uniti ci avrebbero invaso, inserendo la Corea del Nord nel suo famigerato Asse del Male. L’unico deterrente che avevamo era costruire il nostro arsenale nucleare. Vogliamo garanzie dagli Stati Uniti e non è con le sanzioni al Consiglio di Sicurezza che si risolverà il problema.

Lei crede davvero che gli Stati Uniti abbiano intenzioni aggressive nei confronti della Corea del Nord?
Lo hanno già dimostrato nel 1950, massacrandoci con bombardamenti e armi batteriologiche.

Una questione che mi ha sempre affascinato è quella della Guerra di Corea, perché se ci sono due cose che dovrebbero essere chiare in un conflitto è chi lo inizia e come finisce. Invece la versione nordcoreana differisce da quella del resto del mondo. Ce la potrebbe illustrare?
La versione occidentale dimostra fino a che punto una macchina propagandistica ben oliata possa influenzare le menti. C’è ancora molta gente viva che può confermare come siano andate davvero le cose, anche in Corea del Sud. Ci sono libri scritti da sudcoreani che descrivono i preparativi dell’attacco americano contro il Nord. A Pyongyang abbiamo decine di documenti provenienti dal palazzo presidenziale di Seul con i piani d’attacco contro Pyongyang. Gli americani, con la scusa che il Nord aveva invaso il Sud, penetrarono nel nostro territorio alcuni chilometri. La controffensiva di Kim Il-sung li costrinse in difesa. Quando si videro circondati, approfittando dell’assenza dei russi e dei cinesi, convinsero il Consiglio di Sicurezza dell’ONU a lanciare una nuova offensiva contro la Corea del Nord. Quindici paesi coalizzati contro di noi occuparono quasi tutta la penisola mentre i bombardamenti americani fecero strage in territorio coreano e cinese. Fortunatamente la Corea del Nord riuscì a vincere la guerra e costrinse le forze ostili all’armistizio.

Di quante atomiche è in possesso il regime?
Abbiamo decine di bombe nucleari in grado di colpire bersagli intercontinentali. Possiamo tranquillamente raggiungere gli Stati Uniti.

Quindi gli americani hanno ragione a preoccuparsi.

No, perché loro sono gli unici ad averle usate nella storia ed attualmente ne immagazzinano più di seimila. Mi pare che chi deve preoccuparsi non siano gli Stati Uniti. Se vogliono la denuclearizzazione della penisola che comincino loro a dare l’esempio.

Come si devono interpretare le accuse di proliferazione nucleare rivolte al governo nordcoreano?
Sono assolute menzogne. Vendiamo tecnologia militare ma lo sviluppo nucleare rimane all’interno del paese.

E’ vero che Pyongyang sta collaborando con i generali birmani nel campo della tecnologia nucleare? Sa qualcosa della vicenda dei tunnel di Naypyidaw?
Dei tunnel non so nulla anche se è vero che collaboriamo militarmente con molti paesi. Ma si parla solo di tecnologia a scopi difensivi e in ogni caso sempre con stati sovrani, mai con organizzazioni para-statali o terroriste. Abbiamo ricevuto richieste da gruppi terroristi ma le abbiamo sempre respinte.

Che scopo hanno i lanci di missili nel mar del Giappone?
Il lancio di missili rientra nelle normali operazioni difensive di un paese, si è sempre fatto e non va interpretato come un atto ostile.

Crede che a Kim Jong-il piaccia più Obama di GWB?
Non ci intromettiamo nelle scelte di altri popoli, ci limitiamo ad osservare e ad analizzare. Dopo un inizio deludente, adesso cominciamo a notare un cambio nell’atteggiamento statunitense nei nostri confronti. Più grazie a Bill Clinton che ad Obama, però.

Lei è stato negli Stati Uniti? Cosa pensa del paese e della sua popolazione, al di là della propaganda ufficiale del governo per il quale lavora?
Ho trovato di tutto, da gente con problemi mentali sugli autobus pubblici a persone perbene, molto impegnate, che rischiano molto schierandosi contro il sistema. In generale mi fanno paura le città americane, dopo le sette di sera tutti i bianchi vanno a casa, e i neri e i poveri si riversano nelle strade.

Con il Giappone è sempre aperta la vicenda degli ostaggi sequestrati negli anni ’70. Chi erano queste persone, perché sono state prelevate e come è la loro vita attuale?
Quei fatti furono responsabilità di un ufficiale dei servizi segreti che ordinò di prelevare alcuni cittadini per insegnare la lingua e la cultura giapponesi in Corea del Nord. Ma lo fece per una iniziativa personale, non ci furono ordini dall’alto. La nostra dirigenza era all’oscuro di questa operazione. Alcuni di loro sono morti, altri sono stati restituiti al governo giapponese.

Qual è la situazione del missionario americano Robert Park, del quale non si hanno notizie dal dicembre scorso, quando venne arrestato dopo essere entrato in territorio nordcoreano?
E’ il classico caso di proselitismo da parte di un fondamentalista religioso che crede di agire in base ad un mandato divino. E' una di quelle persone in cerca di notorietà o con problemi mentali. Le autorità lo stanno sorvegliando ma le sue condizioni certamente sono buone, noi non maltrattiamo nessuno. Basta vedere il trattamento che riservammo alle due giornaliste americane infiltratesi in territorio nordcoreano: furono ospitate in una residenza riservata agli ospiti stranieri che visitano il paese. Avevano cibo, vestiti nuovi e ogni tipo di servizio a loro disposizione. Ovviamente non potevano uscire. Fu un atto di clemenza perché le leggi del paese, per casi analoghi, prevedono il carcere.

Cosa vi hanno offerto gli Stati Uniti in cambio della liberazione delle due giornaliste?
Questo è un segreto di stato ma ti posso assicurare che è qualcosa di molto importante, i cui effetti si vedranno solo nei prossimi mesi. Dico solo che la loro offerta ha a che vedere con l’improvviso riavvicinamento dell’amministrazione Obama alle nostre posizioni.

Anche l’ultimo Bush dimostrò una maggior predisposizione al dialogo con Pyongyang.
Questo avvenne precisamente grazie al nostro arsenale nucleare. Bush passò dalla dottrina dell’attacco nucleare preventivo alla tavola del negoziato, dopo aver constatato ciò di cui eravamo capaci dopo i nostri test atomici.

Quali sono i principali progetti di investimento dall’estero in atto in questo momento in Corea del Nord?
Le aziende straniere ci chiedono confidenzialità su questo punto, per evitare speculazioni o manipolazioni. Comunque sono soprattutto progetti cinesi.

Quali sono i principali partner commerciali della Corea del Nord?
Cina principalmente, ma anche Russia e Sud-Est asiatico.

Come sta andando l’esperimento di Kaesong? Come interpreta la presenza di elementi capitalisti nella roccaforte del comunismo?

Kaesong è soprattutto un’idea politica, un cammino verso l’integrazione e la riunificazione attraverso l’economia. Ha funzionato bene fino ad oggi tanto per noi, grazie all’entrata di capitali stranieri, quanto per le aziende del Sud che possono produrre a costi inferiori e con una qualità superiore. Adesso il governo ultra-conservatore di Seul ha rotto tutti gli accordi stipulati dai suoi predecessori, un po’ come fece Bush dopo Clinton. Ma la società civile sudcoreana e gli imprenditori sono favorevoli a una riunificazione.
Non c’è contaminazione ideologica a Kaesong perché non si ammette nessun tipo di propaganda sui luoghi di lavoro.

Gli operai nordcoreani in queste aziende guadagnano di più dei loro connazionali?
No, l’unico vantaggio sono gli extra – vestiti, dolci – che a volte i dirigenti delle aziende sudcoreane danno loro.

Ci sono altre zone speciali in programma nel prossimo futuro?
C’è una zona industriale nel nord-est del paese che risale agli anni ’80 e poi la porzione di territorio destinato alle visite turistiche di cittadini del Sud, controllato dai militari e isolato.

Lei è spesso a Pechino. Chi incontra quando va in Cina?
Imprenditori, coreani che vivono là, stampa internazionale. Ma sono soprattutto incontri d’affari.

Qual è l’influenza reale della Cina sulla politica nordcoreana?
Politicamente non ha nessuna influenza. Siamo una nazione sovrana e seguiamo solo la nostra linea. Se avessimo dato ascolto ai leader cinesi, a quest’ora saremmo un paese capitalista.

Quali sono i piani politici ed economici del governo per i prossimi cinque anni? Che cosa dovrebbe succedere nel 2012, quando si celebrerà il centenario della nascita di Kim Il-sung?
I piani sono finalizzati al 2012 quando comincerà una nuova fase destinata alla creazione della superpotenza nordcoreana, non solo in termini politici e militari ma anche economici. Rafforzeremo l’industria nazionale, l’agricoltura e il commercio estero. Nel paese entrerà una gran quantità di moneta internazionale e ci troveremo nel punto algido del nostro sviluppo. Abbiamo riserve di petrolio, di oro, di minerali ma attualmente non possediamo le tecnologie per sfruttare queste risorse. Stiamo lavorando per preparare la nostra prima centrale nucleare ad acqua leggera, quella che avrebbero docuto fornirci gli americani in base ad accordi poi disattesi. Grazie a questa centrale risolveremo i problemi elettrici del nostro paese e alimenteremo le industrie.

Perché dopo tutti questi anni la Corea del nord non ha ancora sviluppato queste infrastrutture?
Principalmente per il blocco economico cui siamo sottoposti, anche se il sistema non è perfetto e necessita miglioramenti.

Qual è il salario medio di un nordcoreano?

8.000 won al mese (con il vecchio cambio) per un funzionario, 16.000 per un contadino.

Che tipo di elettrodomestici ci sono nelle case dei cittadini comuni?
Televisore, radio, riscaldamento. Il frigorifero solo nei nuovi appartamenti. A Pyongyang è in corso un boom edilizio importante, si stanno costruendo più di 150.000 abitazioni.

E’ vero che la radio è sintonizzata su una sola frequenza?
Ci sono diverse frequenze ma logicamente tutte le radio sono statali. C’è poi un sistema di allarme in tutte le case, attraverso il quale vengono diffusi gli avvisi in caso di emergenza e quando c’è bisogno di mobilitare la popolazione.

E’ vero che strappare una pagina di giornale con l’immagine dei Leader può portare ad una condanna penale?
No. Però il tuo vicino come minimo ti picchierebbe.

Hanno vacanze i lavoratori nordcoreani?

Certo, 25 o 30 giorni pagati dallo stato, dipende dal tipo di lavoro. Si lavora dal lunedì al giovedì, mentre il venerdì è dedicato al lavoro volontario nei campi o nelle fabbriche. La mattina del sabato è riservata allo studio.

Esistono località di villeggiatura in Corea del Nord?
Certo, località costiere tipicamente destinate all'ozio. Lo stato paga l’hotel, i trasporti, i cittadini non spendono nulla.

Quest’anno la Corea del Nord parteciperà ai mondiali di calcio in Sudafrica. E’ vero che Kim Jong-il ha vietato la trasmissione in diretta delle partite?
Non è un divieto ma un problema di copyright. Non possiamo destinare milioni di dollari a pagare i diritti delle partite. Però vediamo partite delle squade di calcio europee sui nostri tre canali nazionali, attraverso satelliti pirata.

Da poco è stato introdotto un sistema di telefonia cellulare nel paese grazie ad un importante contratto con una impresa egiziana del settore. Chi e quanti sono gli utenti? E’ prevista una sua espansione? Che costi ha il servizio? Sono sostenibili dalla popolazione comune?

Il servizio sta crescendo gradualmente anche se è ancora abbastanza caro. Normalmente c’è un cellulare per famiglia. Credo che le ultime statistiche parlino di 80.000-100.000 telefoni. Tutti possono usufruirne, non solo gli ufficiali del Partito, anche se ovviamente le comunicazioni sono soltanto interne. Non è possibile comunicare con l’estero.

Parliamo un po’ di come sono trattate le minoranze in Corea del Nord. Per esempio, l’omosessualità è tollerata? E’ vero che nelle strade del paese non si vedono disabili? Quanto c’è di vero nelle denunce di bambini denutriti negli orfanotrofi?
L’omosessualità è un fatto privato, lo stato non entra nella vita privata dei cittadini. Si condanna il proselitismo ma non la pratica in sé. Per la strada è frequente vedere uomini mano nella mano. I disabili circolano per le strade, anche se i turisti non li vedono. I bambini ebbero problemi durante la crisi alimentare, ma adesso queste situazioni sono state superate.

Cosa pensa degli esperti occidentali in questioni nordcoreane (Lankov, Cummings, Becker, Demick)? Legge i loro libri o i loro articoli? La dirigenza nordcoreana li legge?
Io leggo tutto fatta eccezione per la spazzatura. Mi consta che i nostri dirigenti ricevano regolarmente dalle ambasciate i libri che riguardano la Corea del Nord. La maggior parte delle volte purtroppo quel che si legge è pura speculazione, senza una base di verità.

Si è mai sentito spiato nella sua attività quotidiana a Pyongyang?

Osservato ma non spiato. Come occidentale suscito ancora curiosità tra la popolazione.

Si è mai sentito in pericolo in Corea?

Tutto il contrario, la Corea del Nord è il paese più sicuro del mondo.

Ha mai pensato di essere stato usato dalla dirigenza nordcoreana?

No, anche perché sono stato io a chiedere di collaborare con loro e non viceversa.

Cosa risponde a chi la accusa di essere, mi scusi, un “utile idiota” al servizio di un regime criminale?
Chi insulta non merita risposta. Accusare gli altri senza fare nulla di utile per il proprio sistema è assolutamente insensato. Io sono sempre stato coerente con le mie idee, mi hanno trattato come un terrorista, e continuo a pagare un mutuo.

Supponiamo che un giorno il regime di Pyongyang crolli, come il resto dei sistemi comunisti che lo hanno preceduto. Come vede il futuro dei 24 milioni di cittadini nordcoreani e il suo futuro personale?
Personalmente abbandonerei inmediatamente tutte le mie cariche di governo, trasformerei la Korean Friendship Association (KFA) in un centro-studi dell’opera di Kim Il-sung e farei opposizione al nuovo governo dall’estero. Ai nordcoreani toccherebbe un destino simile ai cinesi, con tutte le diseguaglianze e i problemi che questo comporterebbe. Il desiderio del governo cinese sarebbe quello di incorporare il nostro territorio e la sua popolazione. Pechino cura solo i propri interessi e, anche se tradizionalmente vi sono rapporti di fratellanza, dal punto di vista ideologico è ormai agli antipodi rispetto a noi. Ci rispettiamo ma non ci amiamo.

Ha appena pubblicato un libro sulla Corea del Nord, tramite l’associazione che presiede. Ci può descrivere in breve il suo contenuto?
E’ un libro sul sistema politico nordcoreano e, in parte, sulla mia esperienza personale. Spero di poterlo tradurre al più presto.

(fine)

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