Addormentarsi oggi, e vedere Barcellona sorridere.
28 may 2009
27 may 2009
25 may 2009
22 may 2009
16 may 2009
Birmania. Processo alla Dama/3.
Degli appelli e delle mobilitazioni non parlo. Hanno stancato e durano due giorni. Si manifestano a intermittenza, ad intervalli lunghissimi, nelle rare occasioni in cui la causa birmana diventa di dominio pubblico. Ma la tragedia di un popolo dimenticato da dio e dagli uomini continua ogni giorno, da decenni, mentre quelli che oggi lanciano appelli e stampano magliette stanno facendo l'aperitivo. Non è un caso che sia Aung San Suu Kyi a concentrare l'attenzione mediatica. Nella maggior parte dei casi il suo nome è l'unica cosa che si conosce della Birmania, come fosse solo un simbolo, un'immagine, un santino, e non una persona tra le persone, una vittima tra le vittime. Lei, capitata in mezzo alla storia un po' per caso, è invece consapevole che attorno al suo mito che si riaccende a intermittenza, sono i cinquantasette milioni di birmani i veri eroi di questa rappresentazione drammatica. Dalle sue Lettere dalla mia Birmania:
Degli appelli e delle mobilitazioni non parlo. Hanno stancato e durano due giorni. Si manifestano a intermittenza, ad intervalli lunghissimi, nelle rare occasioni in cui la causa birmana diventa di dominio pubblico. Ma la tragedia di un popolo dimenticato da dio e dagli uomini continua ogni giorno, da decenni, mentre quelli che oggi lanciano appelli e stampano magliette stanno facendo l'aperitivo. Non è un caso che sia Aung San Suu Kyi a concentrare l'attenzione mediatica. Nella maggior parte dei casi il suo nome è l'unica cosa che si conosce della Birmania, come fosse solo un simbolo, un'immagine, un santino, e non una persona tra le persone, una vittima tra le vittime. Lei, capitata in mezzo alla storia un po' per caso, è invece consapevole che attorno al suo mito che si riaccende a intermittenza, sono i cinquantasette milioni di birmani i veri eroi di questa rappresentazione drammatica. Dalle sue Lettere dalla mia Birmania:
Niente è paragonabile al coraggio della gente comune i cui nomi restano ignoti e i cui sacrifici passano inosservati. Il coraggio di chi osa senza riconoscimenti, senza la protezione che viene dall'attenzione dei media, è il coraggio che commuove, che ispira e che rinsalda la nostra fede nell'umanità.
14 may 2009
Birmania. Processo alla Dama.
I militari hanno prelevato Aung San Suu Kyi questa mattina per condurla alla prigione di Insein. Sarà sottoposta a processo per la vicenda del cittadino americano infiltratosi nella sua residenza. Con lei saranno giudicati il suo medico, arrestato pochi giorni fa, e le badanti che la assistono (oltre allo stesso intruso). Gli sviluppi sono in tempo quasi reale su Mizzima. Qui e qui i dettagli. Il 27 maggio sarebbero ufficialmente scaduti i termini di carcerazione della Dama, già prorogati arbitrariamente lo scorso anno. Il regime ha trovato (o creato) il pretesto per mantenere il suo ostaggio più illustre sotto sequestro anche per gli anni a venire.
C'era molto movimento negli ultimi giorni attorno alla casa prigione di ASSK, al numero 54 di University Avenue, a Rangoon. Tutto è cominciato quando un cittadino americano, tal John William Yettaw, dal Missouri, si è fatto arrestare mentre nuotava nel lago Inya, la distesa d'acqua che costeggia la villa della dissidente, la mattina del 6 maggio. A quanto pare (a darne notizia è stato finora solo il giornale ufficiale della giunta militare) l'uomo si era introdotto in casa di ASSK tre giorni prima, giungendovi sempre a nuoto, e ci era rimasto fino a poche ore dal suo arresto. Altri particolari non sono stati resi noti e l'ambasciata americana ha ricevuto solo ieri l'autorizzazione ad un incontro con il signor Yettaw. Nel buio informativo totale ovviamente le speculazioni fioccano, da ogni parte: chi è quest'uomo? perché si trovava in uno dei luoghi più off-limits dell'intero paese? quali le sue intenzioni? che relazione ha con The Lady? davvero è stato da lei ospitato? i due si sono mai incontrati prima? Il settore pro-giunta sta facendo circolare le voci più strane, anche a sfondo scandalistico, approfittando inmediatamente dell'incidente per creare sospetti attorno alla reputazione di ASSK. Alcuni siti web filo-governativi si sono spinti fino ad insinuare una precedente visita dello stesso americano tra il novembre e il dicembre scorso, senza peraltro specificare per quanto tempo si sarebbe protratta la sua permanenza in quella occasione. Al di là del gossip era facile prevedere che il regime avrebbe utilizzato a suo vantaggio l'incidente, come prova della "pericolosità" di ASSK e dei suoi presunti rapporti con elementi di potenze straniere. Nella mentalità paranoica dei generali Yettaw non può essere altro che una spia inviata dall'occidente per minare dall'interno la stabilità del paese in combutta con i sovversivi della NLD. Anche se la dittatura non ha certo bisogno di scuse per prolungare indefinitamente la detenzione della figlia del padre della patria, il caso Yettaw aiuta certamente a rivestire di un involucro formale l'ingiustizia perenne cui la Dama è destinata: per la legge birmana qualsiasi presenza notturna in un domicilio privato esterna al nucleo famigliare deve essere comunicata in anticipo alle autorità, essendo di tre anni di detenzione la pena prevista per la mancanza di preavviso.
C'è poi il fatto che ASSK non sta molto bene e ha bisogno di cure. Ma le autorità le hanno arrestato il medico. E lo hanno fatto proprio pochi giorni dopo l'avventura dell'americano nel lago Inya, il che fa pensare che vogliano attribuire a questi due arresti una stessa ratio. Il collegamento sarebbe che il medico, unico frequentatore esterno della casa di ASSK, avrebbe saputo della visita dello straniero e magari l'avrebbe pure propiziata per chissà quali scopi reconditi. Insomma pane per i denti dei cospirazionisti ed ennesimo pretesto per una nuova ondata repressiva ai danni degli esponenti della NLD. I quali cominciano a sospettare, ma magari anche loro stanno speculando, che ci sia lo zampino della giunta in tutta questa storia, dall'arrivo dell'americano all'arresto del dottore.
Più probabilmente, come spiega la rivista Irrawaddy in un editoriale, si tratta solo dell'avventura di un mitomane in cerca di gloria, ignaro delle conseguenze del suo gesto. Un azzardo prontamente utilizzato dal regime per stringere ulteriormente le maglie della sorveglianza, un'impresa senza capo né coda che lascia in difficile posizione sia ASSK che i suoi sostenitori. Sembra, da fonti vicine all'autore dell'articolo, che in realtà l'uomo al suo arrivo sia stato invitato a lasciare la casa dalle due aiutanti che vivono con lei, conscie del pericolo che la sua presenza avrebbe supposto. Ma che lui le abbia pregate di accoglierlo e di dargli da mangiare e che, a quel punto, la Dama abbia acconsentito.
I sintomi del problema di salute che la affligge sarebbero assenza di appetito e disitratazione. In mancanza del medico una sua assistente sarebbe stata autorizzata ad intervenire in caso di necessità. Ma c'è chi azzarda che la morte "naturale" di ASSK sarebbe manna per un regime che si avvia trionfante a celebrare le sue elezioni truccate, senza oppositori tra i piedi. Nei giorni scorsi altri due cittadini americani, che stavano insegnando fotografia in una scuola di Rangoon, sono stati espulsi dal paese senza alcuna spiegazione. Sembra proprio che l'intrusione di Yettaw avrà conseguenze rilevanti per la situazione interna del paese e per la lotta degli attivisti per la democrazia.
(Anche sul Foglio online).
I militari hanno prelevato Aung San Suu Kyi questa mattina per condurla alla prigione di Insein. Sarà sottoposta a processo per la vicenda del cittadino americano infiltratosi nella sua residenza. Con lei saranno giudicati il suo medico, arrestato pochi giorni fa, e le badanti che la assistono (oltre allo stesso intruso). Gli sviluppi sono in tempo quasi reale su Mizzima. Qui e qui i dettagli. Il 27 maggio sarebbero ufficialmente scaduti i termini di carcerazione della Dama, già prorogati arbitrariamente lo scorso anno. Il regime ha trovato (o creato) il pretesto per mantenere il suo ostaggio più illustre sotto sequestro anche per gli anni a venire.
C'era molto movimento negli ultimi giorni attorno alla casa prigione di ASSK, al numero 54 di University Avenue, a Rangoon. Tutto è cominciato quando un cittadino americano, tal John William Yettaw, dal Missouri, si è fatto arrestare mentre nuotava nel lago Inya, la distesa d'acqua che costeggia la villa della dissidente, la mattina del 6 maggio. A quanto pare (a darne notizia è stato finora solo il giornale ufficiale della giunta militare) l'uomo si era introdotto in casa di ASSK tre giorni prima, giungendovi sempre a nuoto, e ci era rimasto fino a poche ore dal suo arresto. Altri particolari non sono stati resi noti e l'ambasciata americana ha ricevuto solo ieri l'autorizzazione ad un incontro con il signor Yettaw. Nel buio informativo totale ovviamente le speculazioni fioccano, da ogni parte: chi è quest'uomo? perché si trovava in uno dei luoghi più off-limits dell'intero paese? quali le sue intenzioni? che relazione ha con The Lady? davvero è stato da lei ospitato? i due si sono mai incontrati prima? Il settore pro-giunta sta facendo circolare le voci più strane, anche a sfondo scandalistico, approfittando inmediatamente dell'incidente per creare sospetti attorno alla reputazione di ASSK. Alcuni siti web filo-governativi si sono spinti fino ad insinuare una precedente visita dello stesso americano tra il novembre e il dicembre scorso, senza peraltro specificare per quanto tempo si sarebbe protratta la sua permanenza in quella occasione. Al di là del gossip era facile prevedere che il regime avrebbe utilizzato a suo vantaggio l'incidente, come prova della "pericolosità" di ASSK e dei suoi presunti rapporti con elementi di potenze straniere. Nella mentalità paranoica dei generali Yettaw non può essere altro che una spia inviata dall'occidente per minare dall'interno la stabilità del paese in combutta con i sovversivi della NLD. Anche se la dittatura non ha certo bisogno di scuse per prolungare indefinitamente la detenzione della figlia del padre della patria, il caso Yettaw aiuta certamente a rivestire di un involucro formale l'ingiustizia perenne cui la Dama è destinata: per la legge birmana qualsiasi presenza notturna in un domicilio privato esterna al nucleo famigliare deve essere comunicata in anticipo alle autorità, essendo di tre anni di detenzione la pena prevista per la mancanza di preavviso.
C'è poi il fatto che ASSK non sta molto bene e ha bisogno di cure. Ma le autorità le hanno arrestato il medico. E lo hanno fatto proprio pochi giorni dopo l'avventura dell'americano nel lago Inya, il che fa pensare che vogliano attribuire a questi due arresti una stessa ratio. Il collegamento sarebbe che il medico, unico frequentatore esterno della casa di ASSK, avrebbe saputo della visita dello straniero e magari l'avrebbe pure propiziata per chissà quali scopi reconditi. Insomma pane per i denti dei cospirazionisti ed ennesimo pretesto per una nuova ondata repressiva ai danni degli esponenti della NLD. I quali cominciano a sospettare, ma magari anche loro stanno speculando, che ci sia lo zampino della giunta in tutta questa storia, dall'arrivo dell'americano all'arresto del dottore.
Più probabilmente, come spiega la rivista Irrawaddy in un editoriale, si tratta solo dell'avventura di un mitomane in cerca di gloria, ignaro delle conseguenze del suo gesto. Un azzardo prontamente utilizzato dal regime per stringere ulteriormente le maglie della sorveglianza, un'impresa senza capo né coda che lascia in difficile posizione sia ASSK che i suoi sostenitori. Sembra, da fonti vicine all'autore dell'articolo, che in realtà l'uomo al suo arrivo sia stato invitato a lasciare la casa dalle due aiutanti che vivono con lei, conscie del pericolo che la sua presenza avrebbe supposto. Ma che lui le abbia pregate di accoglierlo e di dargli da mangiare e che, a quel punto, la Dama abbia acconsentito.
I sintomi del problema di salute che la affligge sarebbero assenza di appetito e disitratazione. In mancanza del medico una sua assistente sarebbe stata autorizzata ad intervenire in caso di necessità. Ma c'è chi azzarda che la morte "naturale" di ASSK sarebbe manna per un regime che si avvia trionfante a celebrare le sue elezioni truccate, senza oppositori tra i piedi. Nei giorni scorsi altri due cittadini americani, che stavano insegnando fotografia in una scuola di Rangoon, sono stati espulsi dal paese senza alcuna spiegazione. Sembra proprio che l'intrusione di Yettaw avrà conseguenze rilevanti per la situazione interna del paese e per la lotta degli attivisti per la democrazia.
(Anche sul Foglio online).
9 may 2009
Barça. Més que futbol.
Ho visto il gol per caso, da un tavolo di ristorante, lontano in Italia, ostentando disattenzione per compiacere il mio interlocutore ma esplodendo dentro come solo il calcio sa farti esplodere. Cose della vita. Ma ne ho visti tanti altri di gol quest'anno, da un asiento del Camp Nou, là in alto sulla sinistra, da dove le discese dei blaugrana sembrano ventate di desiderio. Sono juventino, ho sempre faticato a capire e ad amare il ritmo del Barça, tutti quei tocchi, quel giocarsi addosso. Ma quest'anno no. Quest'anno mi inchino, sorrido e mi sento orgoglioso di esserci. Sette anni passati qui e una famiglia di culé hanno la loro importanza nell'appiccicare addosso un senso di appartenenza che mai avrei immaginato. Però chiunque sia capitato a Barcellona - anche per sbaglio - nella stagione 2008-2009 sarà per sempre un privilegiato. La città si è rovesciata in piazza già due volte e il Barça non ha ancora vinto nulla. Ma quella di Madrid è stata la partita perfetta, una cosa che sui campi di calcio è difficile vedere: non hanno solo giocato alla grande, praticavano un altro sport. E il gol, quel gol, il gol che da solo vale tutto il calcio è la sublimazione delle ventate di desiderio che ogni settimana per un'ora e mezza chiudono ogni discorso e aprono gli occhi e le bocche dell'ammirazione. Ecco perché il Barça quest'anno non potrà mai rubare nulla. Il calcio da queste parti, nel 2008-2009, è un altro sport. Domani si comincia. Cioè, si continua.
Ho visto il gol per caso, da un tavolo di ristorante, lontano in Italia, ostentando disattenzione per compiacere il mio interlocutore ma esplodendo dentro come solo il calcio sa farti esplodere. Cose della vita. Ma ne ho visti tanti altri di gol quest'anno, da un asiento del Camp Nou, là in alto sulla sinistra, da dove le discese dei blaugrana sembrano ventate di desiderio. Sono juventino, ho sempre faticato a capire e ad amare il ritmo del Barça, tutti quei tocchi, quel giocarsi addosso. Ma quest'anno no. Quest'anno mi inchino, sorrido e mi sento orgoglioso di esserci. Sette anni passati qui e una famiglia di culé hanno la loro importanza nell'appiccicare addosso un senso di appartenenza che mai avrei immaginato. Però chiunque sia capitato a Barcellona - anche per sbaglio - nella stagione 2008-2009 sarà per sempre un privilegiato. La città si è rovesciata in piazza già due volte e il Barça non ha ancora vinto nulla. Ma quella di Madrid è stata la partita perfetta, una cosa che sui campi di calcio è difficile vedere: non hanno solo giocato alla grande, praticavano un altro sport. E il gol, quel gol, il gol che da solo vale tutto il calcio è la sublimazione delle ventate di desiderio che ogni settimana per un'ora e mezza chiudono ogni discorso e aprono gli occhi e le bocche dell'ammirazione. Ecco perché il Barça quest'anno non potrà mai rubare nulla. Il calcio da queste parti, nel 2008-2009, è un altro sport. Domani si comincia. Cioè, si continua.
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