Danni incalcolabili. Oggi sotto casa mia un'orda di banditi travestiti da studenti ha fatto terra bruciata (letteralmente) di tutto quel che si frapponeva sul suo confuso cammino. La scena, a metà pomeriggio, era surreale: cassonetti bruciati, rifiuti sparsi per la strada, barricate ancora erette, rami divelti, agenti della polizia che si guardavano straniti, squadre di pulizia che non sapevano da dove cominciare e, dulcis in fundo, universitari che scattavano foto con un sorriso di soddisfazione sulle labbra. Probabilmente gli stessi, o gli amici di quelli, che poche ore prime avevano creato il caos in pieno centro di Barcellona. Ora, a me le botte non sono mai piaciute, nemmeno da bambino. Ma spero che una democrazia sappia ancora distinguere tra l'illegittimo uso della violenza contro manifestanti pacifici e il legittimo uso della violenza contro teppisti che, sotto il pretesto della difesa dei diritti sociali, proiettano la distruzione delle loro menti sulla proprietà pubblica e privata che li circonda. In gioco c'è la sua stessa sopravvivenza, come sistema in grado di assicurare alla gente normale, che con gli studenti-banditi non vuole avere nulla a che fare, di svolgere la propria esistenza senza impedimenti o minacce. Quando sono arrivato a casa, le serrande dei negozi stavano appena riaprendo, dopo cinque ore di battaglia campale. I danni che certa ideologia continua a produrre sulle giovani promesse sono incalcolabili.
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