Gusanos. A Cuba gli indignados sono andati al potere nel 1959. Ne hanno fatta fuori di gente in tutti questi anni. Tanta. Normalizzata. Umiliata. Incarcerata. Esiliata. Uccisa. Comunisti. Fanatici. Intolleranti. Violenti. L'ultima vittima, Laura Pollán, fucilata in ospedale con una siringa. Nessuno potrà mai dimostrarlo finché i carnefici sono al potere. Omertà. Omertà sui cannibali de l'Havana, omertà sui comunisti di quarta generazione, l'orda nichilista che ha invaso le strade l'altro ieri per rompere, spaccare, rovesciare. Non solo a Roma, non solo con le mazze e le molotov, ma ovunque con gli slogan, con l'odio urlato, con le paranoie ideologiche, con la prevaricazione e la minaccia. Il nulla universale, la globalizzazione dell'ignoranza e del qualunquismo. "La bella manifestazione di sabato a Roma", scrive il direttore del Post sul suo blog, ancora indeciso su cosa fare da grande. Un po' indignado, un po' borghese. Inutile sempre. Il nulla è multiforme. Ma alla fine arrivano tutti di là, che sputino in piazza o sorseggino nei salotti. Dal 1959 cubano o dal 1917 russo. Le madri, le meretrici di tutti gli indignados. E dei loro lameculos.
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