Niente da dire.
Oggi non abbiamo niente da dire sull’ennesima barbarie dei fascisti
islamici, niente da dire su chi non trova di meglio che dar la colpa al
governo italiano, niente da dire su chi continua a chiamarli «resistenti»,
niente da dire sull’ultimo messaggio del fantasma di Bin Laden cui in
Europa qualcuno perde anche il tempo a rispondere, niente da dire sul
primo discorso che il prossimo presidente del governo spagnolo eletto
dalle bombe di Al Qaeda conclude con «un’ansia infinita di pace»,
niente da dire sul piano di ritiro israeliano appoggiato da Bush che
gli ignoranti descrivono come uno schiaffo alle aspirazioni dei
palestinesi. Niente da dire se non che abbiamo la nausea. Come tanti
altri giorni. Solo che stavolta – visto che non avevamo niente da dire –
l’abbiamo detto.
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