Quando la minaccia era Bush. L'ISIS avanza indisturbato verso Baghdad e da noi sono arrivati i primi caldi.
22 jun 2014
1 jun 2014
Gli struzzi. La guerra scontata e sfrontata che la Russia ha portato in territorio ucraino, mediante la stessa strategia che ha sempre usato nel corso di tutta la sua storia dai tempi dell'antica Kiev (provocazione, falsa richiesta d'aiuto, annessione), è uno scandalo politico che svela l'impotenza di una comunità internazionale che - in assenza di guida americana - si conferma un concetto privo di sostanza e perfino di significato. Anche l'informazione ha ormai rassegnato le dimissioni: la stampa ha inserito il pilota automatico e si limita a registrare il numero di morti negli scontri senza nemmeno soffermarsi sulle cause e sulle responsabilità di quanto sta avvenendo. Esattamente come quando descriveva l'aggressione serba alle repubbliche dell'ex Jugoslavia come "guerra civile". Il problema che abbiamo oggi, in occidente, è che abbiamo perso la capacità di dare i nomi alle cose, di esprimere giudizi, di assegnare le colpe. Per paura, per viltà, per comodità. Ci siamo dimenticati che nonostante tutto siamo i buoni, e che esistono i cattivi. Non vediamo i nazionalismi di ritorno, ci crediamo immuni alle schermaglie che precedono i conflitti, non partecipiamo più a nessuna battaglia ideale. Forse perché le idee le abbiamo esaurite e nemmeno un piccolo duce con velleità espansioniste ci fa più effetto, se non si fa vedere dalle nostre parti. E' già successo, ricordate?
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