Un passo avanti, due indietro. La finzione della village democracy in Cina è ben rappresentata dalla storia di Wukan, il villaggio che saltò alle cronache lo scorso anno per una rivolta che, apparentemente, aveva piegato le autorità. Dodici mesi dopo, gli insorti hanno adottato linguaggi e modi dei loro predecessori. La rimozione di alcuni funzionari di partito e la cooptazione di persone fino al momento estranee all'amministrazione pubblica non significava affatto che l'apparato accettasse di perdere il controllo del territorio e dell'attività politica che vi si svolgeva. Al contrario, si trattava di un modo per neutralizzare la protesta e ricondurla nei binari consueti. Questo è quel che succede in Cina da anni e continuerà allo stesso modo finché una vera rivoluzione civile rompa il monopolio centrale del partito unico.
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