16 dic 2011

Come lavorano al Post. Per chi scambiasse ancora per giornalismo il lavoro di traduzione e copiatura di Sofri e compagnia, ecco un esempio eclatante di disonestà intellettuale. Oggi Il Post pubblica un bell'articolo sulla genesi storica e politica della Siria attuale. Documentato, chiaro, con notizie non proprio all'ordine del giorno per il grande pubblico. Bravi. Il pezzo non è firmato, come spesso capita. Sarà un lavoro collettivo, uno pensa. Avranno raccolto un sacco di documenti da diverse fonti e li avranno condensati in un sunto ben riuscito. Capita però che un lettore più sveglio di altri noti una curiosa somiglianza con un post pubblicato sul blog di Adam Curtis nel giugno scorso. Giudicate voi. Riferimenti storici, nomi, circostanze. Stessa ricostruzione, stessa scelta degli avvenimenti da rimarcare, diversa solo l'impostazione del pezzo. Insomma, un riassunto del riassunto di un blogger/giornalista, non una collazione di fonti di varia estrazione. Niente di male, si dirà. I ragazzi leggono e riportano. Il problema è che non riportano, anzi si guardano bene dal citare la fonte. Se non fosse per il lettore sveglio, nessuno se ne accorgerebbe. Figurarsi, chi legge i blog della BBC? E poi l'articolo è di giugno, ormai se lo saranno scordato tutti. E così, per magia, la dettagliata ricostruzione di Curtis diventa il riassuntino del Post. Senza firma, senza citazione della fonte, senza collegamenti ad altre pagine (proprio come nell'originale), ma anche senza immagini o filmati (diversamente dall'originale), ché qualcuno potrebbe mangiare la foglia. Il sofrismo allo stato puro. Un bluff.

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