8 jun 2011

Farsene una ragione. C'è questa cosa del Capranica che fa un po' ridere. Fa ridere Ferrara che la organizza per il "caro amico Silvio", come se Silvio gli amici li avesse mai ascoltati (e meno male). Fanno ridere i giornalisti alla Cerasa che la seguono come se fosse una cosa seria (e capisco che a chi scrive di Vendola ogni giorno possa pure sembrarlo). Fanno ridere gli amanuensi del Post che ne fanno il riassuntino con ostentato disincanto, ché mica è il caro amico Bersani. Fanno ridere i direttori di giornale, convocati per il processo-farsa al leader in ritirata. Fanno ridere quelli che parlano di primarie come se fossero la panacea, e non l'ennesima cretinata inventata per comprare tempo, e mandano petizioni e invitano a firmarle e ci scrivono articolesse lunghe e impegnate. Fanno ridere e anche un po' piangere. Perché la stagione è finita, quella del berlusconismo, e dopo non c'è nulla. Mestiere tutto italiano quello dello smarcarsi. Alla fine vuoi vedere che sarà tutta colpa sua, del capo. Mica dei guitti che sbavavano ad ogni sua uscita. Mica di quelli che annunciavano la rivoluzione culturale del centrodestra e tutto quel che son riusciti a produrre è stato un sito di sondaggi elettorali clandestini. Mica dei bimbi che invocano lo spirito del '94 confondendo Scognamiglio con Margaret Thatcher. Mica dei coraggiosi che alle prime avvisaglie si sono venduti alla destra sociale (e che ogni mattina si ripetono davanti allo specchio che è quella e non un'altra la casa del liberalismo all'italiana). Mica dei visionari che adesso i finiani sono brutti e cattivi e un anno fa salutavano con allegria gli amici di Generazione Italia e Farefuturo. Ma dove cazzo siete sempre quando è ora di capire le cose? A farvi l'aperitivo? Il problema del berlusconismo è che il migliore era il capo. Fatevene una ragione. Ve li meritate i Pisapia, tutti.

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