11 ene 2008
10 ene 2008
Sciuscià.
Oggi l'immagine dalla Birmania è questa. Si riconosce (almeno credo) il numero quattro del regime nonché primo ministro in carica Thein Sein seduto in attesa dell'inizio di un atto ufficiale. Ai suoi piedi - letteralmente - un ufficiale di rango inferiore intento a... lucidargli le scarpe. Dettagli che fanno la storia.
Oggi l'immagine dalla Birmania è questa. Si riconosce (almeno credo) il numero quattro del regime nonché primo ministro in carica Thein Sein seduto in attesa dell'inizio di un atto ufficiale. Ai suoi piedi - letteralmente - un ufficiale di rango inferiore intento a... lucidargli le scarpe. Dettagli che fanno la storia.
9 ene 2008
L'Eccellentissimo.
Questa è una rara immagine recente di Than Shwe. Vestito con una camicia azzurra e un longyi, occhiali con montatura in oro (si presume), grosso anello al dito, accompagnato, quasi sorretto, da una guardia del corpo durante una visita ad un luogo non meglio precisato. Sembra un anziano qualunque in una passeggiata pomeridiana, invece è il Generalissimo, comandante supremo delle forze armate nonché capo dello stato birmano e presidente dell'SPDC, che poi è tutto la stessa cosa. Poco lontano un soldato ne segue l'incedere. La foto è sfuocata perché scattata in fretta da un anonimo che l'ha poi fatta pervenire a Mizzima. I capi in Birmania non si fanno vedere granché. Il loro non è un regime che ama mostrarsi, pochissimi i ritratti appesi alle pareti o lungo le strade, anche nelle celebrazioni tendono a nascondersi più che ad apparire, come condannati all'isolamento dalla loro stessa mania paranoica.
Un insieme di xenofobia, militarismo, disprezzo per il concetto stesso di democrazia, razzismo, socialismo e provincialismo: questo il cocktail avvelenato che la giunta somministra da decenni alla popolazione birmana, contaminando nella sua essenza più profonda il senso di appartenenza ad una nazione. Una miscela necessaria al mantenimento del potere.
L'elenco degli arrestati e dei condannati negli ultimi giorni nello stato occidentale dell'Arakan.
Questa è una rara immagine recente di Than Shwe. Vestito con una camicia azzurra e un longyi, occhiali con montatura in oro (si presume), grosso anello al dito, accompagnato, quasi sorretto, da una guardia del corpo durante una visita ad un luogo non meglio precisato. Sembra un anziano qualunque in una passeggiata pomeridiana, invece è il Generalissimo, comandante supremo delle forze armate nonché capo dello stato birmano e presidente dell'SPDC, che poi è tutto la stessa cosa. Poco lontano un soldato ne segue l'incedere. La foto è sfuocata perché scattata in fretta da un anonimo che l'ha poi fatta pervenire a Mizzima. I capi in Birmania non si fanno vedere granché. Il loro non è un regime che ama mostrarsi, pochissimi i ritratti appesi alle pareti o lungo le strade, anche nelle celebrazioni tendono a nascondersi più che ad apparire, come condannati all'isolamento dalla loro stessa mania paranoica.
Un insieme di xenofobia, militarismo, disprezzo per il concetto stesso di democrazia, razzismo, socialismo e provincialismo: questo il cocktail avvelenato che la giunta somministra da decenni alla popolazione birmana, contaminando nella sua essenza più profonda il senso di appartenenza ad una nazione. Una miscela necessaria al mantenimento del potere.
L'elenco degli arrestati e dei condannati negli ultimi giorni nello stato occidentale dell'Arakan.
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