30 jun 2003

Noi non abbiamo capito. Forse saremo «ipocapenti» (che bellezza!) però il senso di certi attacchi proprio ci sfugge. Per quale ragione Luca Sofri - che sarà pure il padre di tutti noi però qualche volta può sbagliare anche lui - scrive un post per ironizzare su un collega (sì, un collega) che altra colpa non ha che quella di trattare con passione i temi legati al mondo dell'editoria? Per quale ragione (ma qui forse siamo un po' meno stupiti) Brodoprimordiale si prende la briga di definire «pittoresco» (ci è andato leggero stavolta) il lavoro di Giorgio Levi (che non conosciamo personalmente ma che leggiamo quotidianamente) solo perchè sa che nessuno oserà contestargli questa definizione idiota e gratuita? Ci sembra che l'universo blog italiano assomigli sempre di più al nostro paese: un po' omertoso e un po' corporativo, abituato a parlarsi addosso e a promuovere «quelli del giro». Poco propenso a rispettare gli altri soprattutto se al conformismo imperante rifiutano di partecipare. Forse Luca Sofri nemmeno leggerà questo commento o semplicemente deciderà di ignorarlo. Forse Carlo di Brodoprimordiale se la caverà con una delle sue famose definizioni che riscuoteranno l'applauso dei fans (così tanto per non pensare). Però non andrebbe mai dimenticata una cosa: Andrew Sullivan in America fa centomila contatti al giorno (senza insultare nessuno). In Italia la stragrande maggioranza dei blog più seguiti può vantare dai cento ai trecento visitatori quotidiani. Alcuni (pochi) arrivano a cinquecento o giù di lì. Le eccezioni (che si contano sulle dita di una mano) registrano duemila click giornalieri. Ecco, cerchiamo di rimanere con i piedi per terra e soprattutto di considerare gli altri almeno quanto noi stessi. Vale per tutti. 

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